Il simbolo che ho inserito, in matematica significa: "Diverso da", la definizione di diverso è: “Che non è uguale, né simile, che si scosta per natura, aspetto, qualità da un altro oggetto". Oppure la parola diverso è usata con riferimento a persone che per qualche aspetto, carattere o manifestazione, escono da quella che è considerata la condizione “normale” cioè handicappati fisici o psichici, omosessuali. “(Dal “Vocabolario della lingua italiana di Giovanni Treccani”)

domenica 19 dicembre 2010

Altri sport..



Questa intervista è presa dal sito superando.it
Albert Herbert e Michael Knaus sono due tecnici dello sci per disabili che, qualche tempo fa, per conto dell'associazione predazzese SportABILI. L’ intervista riporta tata è di Albert Herbert, che dal 1988 al 1998 è stato responsabile tecnico dello sci alpino nella FISD, Federazione Italiana Sport Disabili (settore fisico e mentale)
E i disabili? Quando hanno incontrato lo sci?
«I primi dati certi risalgono alla seconda guerra mondiale: i numerosi reduci amputati che sapevano sciare si sono inventati un modo per continuare a farlo, nonostante la loro modificata fisicità.

Tre sci, uno per racchetta e il terzo per la gamba sana, hanno permesso di sciare ad amputati sopra il ginocchio. Zeppe sotto gli scarponi e cavi e carrucole per piegare l'articolazione sono stati i primi ausili per disabili amputati sotto il ginocchio.
Nel 1947 questo sport si è diffuso molto e l’anno dopo sono stati organizzati i primi corsi per disabili. A questo punto ai disabili di guerra si sono aggiunti altri disabili, ma fino agli anni Settanta amputati e non vedenti erano gli unici a sciare».
E i disabili in carrozzina?
«La voglia di sciare e la fantasia li hanno spinti a produrre diversi prototipi per sciare, fino all’invenzione del monosci». 
Come funziona?
«Il monosci, in un sedile Kevlar con sospensioni, è attaccato a uno sci normale mediante un dispositivo. Il disabile scia utilizzando l’equilibrio del proprio corpo, aiutato da due stabilizzatori. Stabilizzatori e sospensioni che, nel corso del tempo, sono stati perfezionati, tanto che ora, con il mono-sci, si può fare slalom ad alto livello».
Lo sci per persone con disabilità è uno sport costoso?
«Questa domanda tocca un tasto delicato. Ai costi dell’attrezzatura bisogna aggiungere infatti quelli dei viaggi, degli alloggi e del tempo dedicato agli allenamenti, spesso rubato alle vacanze o ai permessi lavorativi. È molto difficile trovare sponsorizzazioni in questo campo, anche se la situazione sta migliorando».



Alle paraolimpiadi partecipano anche atleti ciechi che, per gareggiare devono fare affidamento sulle loro guide. Nella foto, la sciatrice che sta dietro è non vedente e ascolta le istruzioni della sua guida che le sta davanti.


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